La Fotografia Paesaggistica


Visione aerea del Gran Canyon (clicca per ingrandire) Introduzione
La Fotografia Paesaggistica è un genere fotografico che si può dividere in due grandi gruppi: paesaggi naturali e paesaggi urbani. Per paesaggi naturali si intendono ovviamente quelli relativi alla montagna, al mare, più in generale a tutto ciò che è la natura. Per paesaggi urbani invece si intendono scorci di città, paesi, grandi metropoli urbane, ecc...
Penso che la fotografia paesaggistica sia uno dei generi più utilizzati sia dai fotografi amatoriali che professionisti; fin dai primi tempi quanto è nata la fotografia, i grandi fotografi di un tempo si sono dilettati a fotografare i magnifici panorami dei luoghi dove sono nati e cresciuti. All'apparenza può quindi sembrare un genere banale di fotografia ma richiede un grande impegno, costanza e buone conoscenze per ottenere risultati apprezzabili. In rete si possono ormai trovare milioni di esempi di paesaggi ma è sempre molto semplice cadere nella banalità e al tempo stesso sempre più complicato creare qualcosa di nuovo, di mai visto.

Perchè la Fotografia Paesaggistica?
Non c'è una risposta concreta a questa domanda... ogni persona reagisce in modo diverso di fronte ad una foto di paesaggio. Personalmente posso dire perchè l'ho scelta e quello che evoca in me. Se dovessi riassumere in poche parole quello che suscita in me questo genere fotografico lo definirei così: i paesaggi mi danno un senso di pace e di libertà, in alcuni casi maestosità e perfezione della natura; spesso fanno riemergere in me piacevoli ricordi di un luogo affascinante, un profumo, una sensazione che mi ha toccato la mente e il cuore.

Attrezzatura consigliata
Al contrario della fotografia naturalistica dove i teleobiettivi fanno da padrone per poter fotografare animali e uccelli da una lunga distanza, i paesaggi richiedono invece nel 80%-90% dei casi i grandangoli. Non serve avere una fotocamera veloce perchè i panorami non si spostano, così come non serve avere una eccessiva luminosità degli obiettivi (la luminosità f 4.0 è più che sufficiente nella maggior parte dei casi e in ambito paesaggistico non viene quasi mai usata). E' invece molto utile l'uso del treppiede quando vogliamo utilizzare il diaframma molto chiuso (ad esempio f.16) per poter immagazzinare più dettagli possibili dal paesaggio e avere una ampia profondità di campo. Non sempre si riesce a scattare a mano libera ed è per questo che il treppiede permette la massima fermezza della macchina. Importanti usi del treppiede sono anche per le fotografie con doppia esposizione (che vedremo più avanti), fotografie panoramiche, per le foto notturne (ad esempio per immortalare le luci di una grande metropoli) e anche per creare il famoso effetto di movimento di un corso d'acqua, un torrente, le onde del mare, una cascata, lo spostamento delle nuvole o ad esempio la scia delle stelle.
Per cominciare a fotografare i paesaggi non è necessario avere una attrezzatura molto costosa, è sufficiente avere una discreta reflex digitale (o mirrorless evoluta) e un grandangolo con luminosità f 4.0 o superiore. La strada che ho intrapreso molti anni fa è stata quella di comprarmi la prima reflex APS-C e il mio primo grandangolo Canon EF 17-40mm f/4.0 serie L. Sulla fotocamera con sensore APS-C il 17mm Canon si trasformava quasi in un 28 mm (17 x 1,6 = 27,2). Il sensore APS-C quindi non viene molto incontro ai fotografi paesaggisti perchè allunga la focale dei grandangoli e si è costretti a comprare obiettivi estremi come i super-grandangoli 12mm. In passato il 27mm mi è stato stretto in alcuni casi perchè spesso capitava di aver bisogno di una grande ampiezza di focale per riprendere più paesaggio possibile. Ovviamente, come dico sempre, col tempo si diventa esigenti e la qualità diventa importante. Quindi dopo 5 anni di uso della APS-C ho deciso di passare ad una fotocamera con sensore Full-Frame. Questo tipo di fotocamere (a quei tempi) erano in numero inferiore rispetto a quelle APS-C e con una tecnologia superiore hanno anche un costo superiore ma permettono di utilizzare gli obiettivi esattamente per quello che sono nati. Quindi il mio grandangolo si è trasformato in un vero 17mm che mi permette di fare inquadrature spettacolari con un angolo molto ampio. Quindi in conclusione si spende un po' di più per comprare una fotocamera full-frame ma meno per gli obiettivi: un grandangolo come il 17-40mm della Canon per farvi un esempio si trovava in commercio intorno alle 700 € mentre un obiettivo tele 300mm stabilizzato con luminosità fissa, può superare abbondantemente i 2000 €. Con questo non dico che non servono i tele-obiettivi nella fotografia paesaggistica ma non sono necessari con focali troppo spinte... un tele 70-200mm per ritrarre particolari del paesaggio è più che sufficiente.

Nella fotografia di paesaggio è anche molto importante l'uso dei filtri. Ecco i principali:
1) Filtro Polarizzatore, utile per accentuare la saturazione del cielo o la trasparenza dell'acqua.
2) Filtro UV, serve a evitare la dominante azzurra dovuta all'eccesso di raggi ultravioletti in alta quota.
3) Filtro Digradante (GND), costituito da una zona chiara che sfuma verso il grigio o un altro colore, scurisce il cielo per diminuire il contrasto ed avere una corretta esposizione della scena.
4) Filtri colorati per il bianco e nero, per contrastare maggiormente la scena, ad esempio il filtro giallo scurisce il cielo migliorando l'effetto delle nuvole.

Alba sul Mar Rosso (clicca per ingrandire)Quando fotografare?
Il primo aspetto importante per la fotografia di paesaggio e scegliere bene il momento in cui fotografare. Sembra un aspetto banale ma trovo incredibile vedere il repentino cambiamento della luce durante l'intero arco della giornata. L'alba al mattino presto crea tonalità forti, a mezzogiorno la luce troppo perpendicolare al suolo terrestre tende a schiacciare tutto e bruciare i colori, verso sera le tonalità calde del tramonto riempiono i paesaggi di tonalità rossastre e si allungano le ombre. Non solo ma durante tutto l'arco dell'anno le stagioni provocano altri forti cambiamenti di tonalità e colori della natura, delle piante, del mare, del cielo, ecc... Per la fotografia paesaggistica tendenzialemente è preferibile fotografare all'alba oppure al tramonto per avere tonalità di colori più sature e più calde, durante le ore centrali del giorno invece è sconsigliato perchè la luce è troppo forte e brucia i colori appiattendo la tridimensionalità del paesaggio.
Al mattino presto oppure poco prima della sera la luce morbida e diffusa di queste ore saprà donare al soggetto tridimensionalità e volume. Le ombre saranno sempre morbide e delicate e i colori pieni e ben saturi. Più caldi i toni durante i tramonti ma spesso abusati e in un certo senso "già visti" in decine se non centinaia di cartoline. Molto più originali ma riservati ai più intrepidi e mattutini quelli dell'alba con tonalità più fredde e talvolta più suggestive. Se abbiamo un bel paesaggio vicino a casa consiglio sempre di andare in questo luogo in momenti diversi dell'anno per scoprire l'istante in cui la bellezza della scena renderà al meglio. Informatevi sull'ora di alba e tramonto per essere preparati il giorno dopo... esistono siti internet (visita questa pagina) che vi informano in modo preciso.

L'importanza della composizione
Esempio di un paesaggio con vie di fuga (clicca per ingrandire) Uno degli aspetti più importanti della fotografia paesaggistica è la composizione della scena da fotografare. Possiamo fotografare con calma, senza fretta scegliendo bene la giusta inquadratura che renderà meglio la tridimensionalità della scena. Non sempre la regola giusta è inquadrare più cose possibili, anzi generalmente è meglio il contrario. Le fotografie più semplici e "pulite" da troppe cose che confondo la scena sono le migliori e quindi è sempre scegliere bene cosa includere nel paesaggio, a volte un piccolo particolare può fare la vera differenza. Ognuno può scegliere cosa includere nella propria foto. Molto spesso può essere utile inserire nella composizione alcune persone per attirare l’attenzione dell’osservatore in un particolare punto o per dare il senso delle proporzioni in relazione al resto della scena fotografata. Talvolta invece il soggetto è la scena nella sua complessità senza alcuna necessità di includere altro. Tutto chiaramente dipende dalla propria sensibilità e dalla specifica situazione. L'importante però è studiare bene la scena e se non soddisfa il proprio gusto magari ritrarre la scena da una angolazione diversa oppure da un punto di vista più alto o più basso può rendere il tutto più interessante e dinamico. E' quindi molto importante imparare bene questo concetto altrimenti si ricorre in un problema molto comune che è quello di fotografare un paesaggio in modo banale.
Tendenzialmente bisognerebbe sempre cercare quella che chiamo "pulizia della foto" ovvero concentrarsi su una composizione ben bilanciata, pulita da ogni aspetto non desiderato e fuori contesto, cercare sfondi omogenei e scene non troppo confusionate che distraggono la visione. Dal punto di vista compositivo la fotografia di paesaggio si rifà a tutte le regole classiche che è sempre bene considerare e applicare: l'importanza del soggetto, la regola dei terzi, le linee di fuga, le diagonali. Del soggetto abbiamo già parlato mentre per chi non conoscesse ancora la regola dei terzi consiste nel suddividere la scena con due linee verticali e due orizzontali in modo da formare 9 quadranti (3 x 3). Se il soggetto viene posizionato nelle linee di congiunzione della scena questa sarà più dinamica, più apprezzabile per l'occhio umano. Le linee di fuga invece sono delle linee immaginarie che permettono di guidare l'occhio verso il soggetto (vedi immagine qui sopra). Possono essere composte da file di alberi, pietre, arbusti, fiori, pali, elementi di una città, ecc... e creano così delle linee che rendono la scena particolarmente interessante. Le diagonali si rifanno un po' al concetto delle linee di fuga e rappresentano un altro modo simile di fotografare il paesaggio.
In generale è necessario valutare con cura l’equilibrio e la distribuzione bilanciata di ogni elemento che sceglieremo di includere nell’immagine finale evitando di riprendere tutto quanto non strettamente necessario che al contrario risulterebbe dispersivo e fastidioso. Classici esempi di elementi di disturbo sono i pali del telefono posti proprio dietro al soggetto principale, bidoni della spazzatura, cartelli stradali, veicoli di passaggio, edifici in contrasto con la bellezza della natura.

Esempio di una doppia esposizione (clicca per ingrandire) Esposizione, valori iso e profondità di campo
Un'altro importante problema sulle fotografie di paesaggio è la corretta esposizione. L'esposizione infatti può essere molto variabile a seconda del paesaggio. Inoltre bisogna tenere sempre in considerazione un aspetto molto importante che è il cielo, esso determina spesso la maggior parte dell'esposizione della scena inquadrata. Il cielo è onnipresente nella fotografia di paesaggio, ed è l’elemento che caratterizza in modo più forte il tono e il messaggio della fotografia. Limpido e perfettamente blu trasmette un senso di pace e tranquillità, carico di nuvole nere ad annunciare un temporale conferisce drammaticità e intensità alla scena. Romantici e indimenticabili invece i colori di un bellissimo tramonto e altrettanto suggestive le notti stellate d’estate. In ogni caso quindi il cielo è un elemento da considerare con attenzione e da utilizzare con capacità per rendere al meglio le atmosfere e le suggestioni nella fotografia di paesaggio.
Scegliete quindi una corretta esposizione per dare il giusto equilibrio all'immagine, magari facendo un po' di prove. I metodi oggi più comuni per ottenere la giusta esposizione è quello di usare la "doppia esposizione". Consiste nel dividere l'immagine in due aree, tipicamente quella del cielo e quello composto dal soggetto principale ovvero terra/erba/strade... Con un cavalletto e una fotocamera ben ferma nello stesso punto esponete prima per il cielo (senza badare a come verrà la luce per la parte sottostante) e poi viceversa fate una seconda foto esponendo correttamente per il soggetto principale sottostante. Otterrete due fotografie con esposizioni diverse che dovranno poi essere correttamente miscelate con i programmi di fotoritocco come Photoshop. Un metodo simile ma "meccanico" è quello di usare i filtri GND che vi permetteranno di ottenere una esposizione più equilibrata e colori più precisi nella scena. Attenzione inoltre alle forti luci dell'estate oppure al bianco della neve in inverno che può tranne in inganno l'esposimetro della vostra fotocamera.

I valori ISO sono sempre preferibili al numero più basso (ISO 100 / ISO 200) in modo da catturare più dettagli possibili, ovviamente però dipende dalle situazioni in cui fotografiamo e dalla luce presente sulla scena. Nella media si tende ad usare ISO 200 o 400 per essere sicuri di non avere dei "micromossi" sulla fotografia. La tecnologia di oggi ci permette di scattare a mano libera con valori molto alti di ISO senza incorrere nel classico "rumore digitale".

Per quanto riguarda la profondità di campo è sempre preferibile scegliere un diaframma molto chiuso (f.11-f.13): le giornate con un bel sole ci aiuteranno in questo, perchè un diaframma molto chiuso significa poca luce che entra in macchina ma al tempo stesso una grande profondità di campo e quindi mettere a fuoco tutti i dettagli della scena da pochi metri ad infinito. Questo metodo è quello più comune ed è quello forse più utilizzato ma come sempre dipende dalle situazioni. Nulla ci vieta di mettere a fuoco un particolare vicino con un diaframma f/4.0 oppure f/5.6 e sfocare tutto lo sfondo. Dipende da cosa vogliamo trasmettere nelle foto e dai nostri gusti personali.

Esempio di un paesaggio urbano (clicca per ingrandire)Altri generi di fotografia paesaggistica
In questa guida ho parlato solo di fotografie di natura ma ricordiamoci che la fotografia di paesaggio riguarda anche il paesaggio urbano. Bellissimi paesaggi possono scaturire dalle skyline delle metropoli, dai bellissimi monumenti, luci notturne, e dai particolari architettonici delle grandi città della nostra terra, o più semplicemente da piccoli ma suggestivi paesi di mare o borghi di montagna.
Esistono poi le fotografie Panoramiche che sono la massima rappresentazione del paesaggio in quanto essendo in formato panoramico racchiudono in una sola immagine una vasto ambiente. Sono create partendo da 2 o più fotografie che vengono poi montate insieme in post-produzione con famosi software (come Photoshop). Più fotografie scattiamo della stessa scena e più ampio sarà il nostro panorama.
Altro genere di fotografia paesaggistica nato negli ultimi anni sono le foto HDR (High Dynamic Range). Con particolari tecniche di fotoritocco è possibile aumentare molto il contrasto, la saturazione e l'ampiezza dinamica dell'immagine creando effetti molto suggestivi. Se devo essere sincero non sono un grande amante di questo genere di fotografie perchè rende la scena troppo innaturale e si perde quasi del tutto il concetto stesso di fotografia. In alcuni rari casi però è un effetto che crea immagini di alto impatto e contrasto.


Pregi e Difetti della fotografia paesaggistica
Cercherò brevemente di riassumere gli aspetti Pro e Contro di questo genere fotografico.
Ecco i pregi:
1) il paesaggio non si sposta, quindi non dovremo fare molto strada e fatica con la paura di non riuscire a fotografare il nostro soggetto;
2) non richiede una attrezzatura molto costosa per cominciare a scattare, ovviamente con il passare del tempo arriverà l'esigenza di voler comprare un corredo di maggiore qualità;
3) con una attenta programmazione dell'attrezzatura, della strada per raggiungere il luogo, delle previsioni meteo, del momento giusto della giornata e della stagione, avremo un'alta percentuale di possibilità di ottenere buone fotografie;
4) facilità di correzione dei colori anche se la giornata non è proprio perfetta.

Ecco i difetti:
1) a volte è difficile raggiungere il luogo per scattare la foto anche in relazione al momento giusto della giornata. Se siamo in vacanza spesso abbiamo una sola occasione per poter riprendere un bel paesaggio.
2) è molto facile cadere nell'errore comune di una composizione banale o di una scena troppo ricca di dettagli che creano solo confusione.
3) a volte c'è la mancanza di un soggetto preciso nella scena che stiamo fotografando oppure diamo una errata profondità di campo.
4) forse l'aspetto più difficle però è la oggettiva difficoltà di immortalare le sensazioni che si provono in quel momento; la fotografia tende a far perdere la tridimensionalità del paesaggio e la maestosità della natura.


Panoramica dello  Zabriskie Point all'alba (clicca per ingrandire)

Spero che questa piccola guida vi sia stata utile!


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